Descrizione
Abbiategrasso ha celebrato il Giorno del Ricordo, in memoria delle Vittime delle foibe, dell'Esodo Istriano, Fiumano, Giuliano e Dalmata. Lo ha fatto con una cerimonia presso il Parco di via Pianzola, organizzata da Assoarma con la partecipazione di tutte le Forze Armate, della Polizia Locale e di una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione comunale a partire dal sindaco Cesare Nai, che ha deposto un mazzo di fiori sul masso, simbolo degli infoibati.
“Si tratta di un momento importante – ha detto il sindaco in apertura del suo discorso – per il quale ringrazio anche il Gruppo Alpini e Giancarlo Piva che ha voluto completare il monumento aggiungendo alla roccia evocativa dei luoghi carsici con il pennone del tricolore. Il 10 febbraio è una data significativa così come lo sono tutte le giornate che vanno a celebrare tragedie che mai più vorremmo rivedere. Un momento spesso sottovalutato perché non conosciuto, non studiato: da qui nasce quindi un sentito ringraziamento all’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il quale, attraverso l’istituzione del Giorno del Ricordo, portò a conoscenza di tanti italiani quanto accaduto. Le foibe sono cavità naturali, a volte molto profonde, tipiche della Venezia Giulia. In quelle voragini le milizie di Tito gettarono i cadaveri delle loro vittime, dopo averle trucidate o in certi casi ancora vive, durante le due campagne repressive attuate, prima nel settembre 1943 e poi nel 1945, contro chiunque si opponesse all’instaurazione del potere rivoluzionario nell’area istriano-dalmata. Ma la tragedia degli infoibati non è che una parte di quello che si venne a realizzare. Con la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento venivano a mancare i grandi imperi sovra-nazionali che, pur con tutte le loro difficoltà, per secoli avevano riunito in territori molto vasti diverse nazionalità, diverse religioni, diverse popolazioni e lingue. A partire poi dalla Prima Guerra Mondiale e in maniera sempre più esasperata con la Seconda si sviluppano i nazionalismi, imponendo confini ben delimitati ottenuti talvolta con una violenza cieca, presupposto per azioni di pulizia etnica. Questo ha eliminato o allontanato persone che hanno vissuto in quelle terre per secoli. Poco tempo fa, segno che la storia non sempre insegna, la stessa dinamica si è ripetuta in Armenia, lontano dai riflettori dell’opinione pubblica generale. Dico questo per insistere sul concetto che dal passato è invece possibile imparare solo nel momento in cui determinate vicende vengono approfondite e studiate. È questo il senso dell’essere qui oggi, per fare memoria e per conoscere”.
A conclusione della cerimonia l’assessore Marina Baietta ha prestato la voce alle parole della poetessa Lina Galli, che ha vissuto sulla sua pelle il dramma degli sfollati
A bordo della nave, staccati da Pola
pensavano con ansia alle città
che li aspettavano.
Strappati alla loro terra
che sfilava con le coste bellissime
verso un domani ignoto.
E a Venezia una turba li accoglie
con grida ostili e rifiuta loro il cibo;
e a Bologna il treno non può fermarsi,
causa la folla nemica.
I bambini guardano intorno smarriti.
I genitori non hanno più niente da dare a loro.
II domani è un incubo.
Non li sentono fratelli gli Italiani,
una gente da rigettare, esuli.
Essi guardano tutto in silenzio
con gli occhi dilatati
dove le lagrime stanno ferme.
Il dolore di avere tutto perduto
si accresce di questo nuovo dolore.
(Da Esule)
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Ultimo aggiornamento: 10 febbraio 2025, 15:21